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Il 20 aprile da Bergamo a Roma per la manifestazione nazionale di CGIL e UIL. Toscano: “Ecco perché ci saremo”

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Di nuovo mobilitati, di nuovo in piazza: dopo lo sciopero nazionale dell’11 aprile che ha fermato la produzione anche in diverse grandi aziende del territorio provinciale e dopo il presidio con oltre 300 persone di fronte alla Prefettura di via Tasso, la CGIL di Bergamo porterà a Roma una propria delegazione di 150 tra lavoratori e sindacalisti per partecipare alla manifestazione di piazza “Adesso Basta!” di CGIL e UIL.

A spiegare le ragioni per cui prosegue la mobilitazione è Marco Toscano, segretario generale della CGIL, con questo intervento.

“Il primo punto, drammaticamente urgente, è la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Il 2023 è stato l’ennesimo anno terribile. In Italia si sono contati più di mille infortuni mortali, a Bergamo 22. Si aggiungono le denunce di infortunio, 585.356 a livello nazionale e 13.450 a Bergamo, e di malattia professionale, 72.754 in tutto il Paese, e 1004 nella nostra provincia. Il 2024 è iniziato con altrettanta ferocia. Abbiamo negli occhi quanto accaduto a Firenze e a Suviana. I dati INAIL sui primi due mesi dell’anno parlano di 119 morti. In un momento in cui il dibattito sul lavoro è catalizzato dalle ricadute delle nuove tecnologie sui processi produttivi, è pensabile confrontarsi ancora con dati così terribili? L’innovazione tecnologica, per diventare vero progresso, dovrebbe per prima cosa migliorare le condizioni di lavoro, rendendole più sicure. Il sentimento di emergenza sul tema della sicurezza è alla base anche della buona adesione allo sciopero dell’11 aprile. “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, (…) soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure”, ha dichiarato il Presidente Sergio Mattarella. Le priorità le conosciamo: più controlli, potenziamento e valorizzazione degli ispettori esistenti, formazione efficace, stabilità lavorativa che significa anche fermare i subappalti a cascata. A Bergamo contiamo su buone pratiche, come il “Protocollo per la diffusione della cultura di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” promosso da ATS e che vede unite istituzioni del territorio e associazioni di categoria. L’importanza dello sciopero dell’11 aprile, come della mobilitazione di sabato, sta nel tenere alta l’attenzione, ma c’è anche la necessità di coinvolgimento della società. La tutela della sicurezza sul lavoro deve diventare la priorità di un’opinione pubblica diffusa, anche questo è creare cultura della sicurezza”.

“Un secondo tema per cui saremo in piazza è la tutela dei salari” prosegue Toscano. “Il 2024 è un anno di rinnovi contrattuali nazionali per 12 milioni di lavoratrici e lavoratori. Le ultime impennate inflattive (da indice IPCA, + 8.7 nel 2022, + 5.9% nel 2023) hanno aggravato la condizione salariale di milioni di loro. Per l’ISTAT, nel 2023 è salita al 9,1 la percentuale di famiglie in povertà assoluta con persona di riferimento lavoratore dipendente (era l’8,3 nel 2022). La crescita dei salari è quindi anch’essa una priorità non rimandabile e la contrattazione collettiva è uno degli strumenti fondamentali per ottenerla. Peraltro i CCNL contengono anche sezioni che affrontano proprio il tema della sicurezza sul lavoro. In questa prima parte dell’anno ci sono già stati importanti rinnovi contrattuali e altri sono in corso. Resta però il problema dei contratti scaduti, anche da cinque o sei anni, e non ancora rinnovati. La difesa del salario passa anche da rinnovi contrattuali puntuali. A ciò è necessario aggiungere una legge sulla rappresentanza per l’estensione erga omnes dei CCNL firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, contro ogni dumping contrattuale. Purtroppo l’attuale maggioranza di governo non sembra avere la questione salariale nella sua agenda. Si è visto da come sia stata svuotata la proposta di legge sul salario minimo, che fissava un punto di partenza nella definizione del Trattamento Economico Minimo, sostenendo la contrattazione collettiva. Il governo potrebbe incentivare i rinnovi o quanto meno esercitare una moral suasion, cose che non sembra intenzionato a fare”.

“Manifesteremo, infine, per chiedere il potenziamento della sanità pubblica e per un fisco più equo. Esiste una piaga che nasce dal fisco e ricade sulla sanità: l’evasione fiscale. Poco meno di 100 miliardi all’anno non entrano nelle casse dello Stato. Questo significa anche meno risorse per la sanità pubblica. Visto che il finanziamento pubblico alla sanità in rapporto al PIL è destinato a calare (dal 6,7% nel 2022 al 6,1% del 2026) recuperare soldi dall’evasione è una via da percorrere, e con una certa urgenza.
Queste, in sintesi, le ragioni per cui saremo a Roma il 20 aprile. Ragioni che, se affrontate seriamente, non solo migliorerebbero la condizione di vita e lavoro di milioni di persone, ma anche quella dell’intero Paese”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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