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Commercio e turismo in sciopero il 22 dicembre. Un presidio a Milano

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Un’iniziativa nazionale di protesta è in programma questa settimana per i lavoratori del commercio e del turismo, cioè gli addetti di pubblici esercizi, alberghi, ristorazione collettiva e commerciale, agenzie di viaggi e la cosiddetta distribuzione moderna organizzata e quella cooperativa, cioè la grande distribuzione in generale. Uno sciopero è proclamato venerdì 22 dicembre per gli oltre 5 milioni di lavoratori che in tutto il Paese sono in attesa, da troppo tempo, del rinnovo dei loro contratti nazionali. E' scaduto nel 2019 quello che regola il comparto del commercio e si è concluso a fine 2021 il Ccnl del turismo.

I promotori dello sciopero, FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS, denunciano lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano i lavoratori, malgrado i due comparti registrino una ripresa e un aumento dei fatturati.
Per raggiungere il presidio interregionale di Milano, da Bergamo partiranno circa 200 lavoratori a bordo di tre bus e in treno. Il ritrovo è alle ore 9.30 in piazza Castello. Poi alle 10.30 il corteo si muoverà lungo viale Gladio, viale Emilio Alemagna, viale Molière, viale Milton, via Mario Pagano. Alle 11.30 è previsto l’arrivo all’Arco Della Pace.

“Il messaggio che rivolgiamo alle associazioni imprenditoriali di settore è chiaro: non c’è più spazio né tempo per tattiche dilatorie o espedienti che eludano un’assunzione di responsabilità da parte delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza” hanno dichiarato i segretari provinciali Nicholas Pezzè per FILCAMS-CGIL, Claudia Belotti di FISASCAT-CISL e Anila Cenolli di UILTUCS-UIL di Bergamo. “Nel settore del commercio, soprattutto nella grande distribuzione, si è sempre garantito un servizio alla popolazione, anche durante la pandemia. In questi anni il comparto non ha mai subito un rallentamento. Eppure continua a mancare un adeguato riconoscimento salariale per chi ci lavora”.

“A proposito di turismo, poi, inutile ricordare l’importanza di questi addetti sul nostro territorio, in particolare in un anno di super lavoro per Bergamo-Brescia capitale della cultura” proseguono i tre sindacalisti. “Abbiamo assistito all’arrivo di flussi di turisti davvero consistenti. L’incremento di presenze, però, non si è mai tramutato in un miglioramento delle condizioni contrattuali dei lavoratori, che infatti tendono a dimettersi e a cercare trattamenti migliori altrove. La precarietà generalizzata prosegue in un settore che invece richiederebbe continuità, con personale specializzato e retribuito il giusto per garantire servizi ottimali al turista. Molti degli operatori che lavorano nel contesto di pubblici esercizi, ristorazione, mense (anche lì, infatti, si applica il Contratto nazionale del turismo) guadagnano meno di 15 mila euro l’anno e vivono una condizione di difficoltà economica concreta, accentuata dai rincari del costo della vita. Siamo convinti servano soluzioni costruttive al problema e non continue lamentele poco fondate sulla carenza di personale, che non riescono a centrare la vera questione, che è quella salariale. Anche a Bergamo, come in tutta Italia, da anni esiste un problema di salari che va affrontato in settori dove anche il rapporto tra conciliazione tra vita privata e lavorativa deve essere rivisto".

Saranno coinvolti dalla mobilitazione anche i lavoratori di bar e ristoranti degli scali aeroportuali del Paese, e dunque anche quelli dell’aeroporto di Orio al Serio: “A fronte dei numeri record di quest’anno, con la cifra di passeggeri 2023 che potrebbe arrivare a quasi 16 milioni, resta difficile da accettare che questi lavoratori operino con ritmi di lavoro elevati e stipendi non adeguati”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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