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All' ospedale di Treviglio puoi trovare la tua neonata con le braccia rotte e nessuno ti dice come sia successo. Anche questo fa parte della sanità lombarda

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Verso la fine gennaio di quest'anno in Federconsumatori hanno chiesto assistenza e tutela, i genitori di una bimba nata sana nell'ospedale di Treviglio il 10 dicembre 2013. Bimba che, tre giorni dopo essere stata partorita nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, è stata trovata presso il nido dell'ospedale medesimo con le piccole braccia fratturate.
In attesa della guarigione della paziente, successivamente trasferita a Brescia, dopo avere attivato le necessarie procedure legali, consapevoli della delicatezza del caso e preoccupati delle possibili ricadute negative che la pubblicizzazione di tale evento avrebbe potuto innescare, soltanto il 10 aprile, a fronte di nessuna scusa e giustificazione presentata ai genitori, abbiamo segnalato l'accaduto all'ASL provinciale perché fossero attivate verifiche finalizzate a capire cosa fosse successo e le relative responsabilità.
Dalla Direzione dell'Azienda Sanitaria Locale, nonostante il sollecito incontro svoltosi, non abbiamo avuto risposte sul come e sul perché dell'accaduto. Per questo motivo il 17 aprile, sempre con l'intento di non diffondere sfiducia nei confronti del sistema sanitario, abbiamo portato la questione a conoscenza dell'Assessore alla Salute della Regione Lombardia auspicandone l'interessamento... Siamo a giugno e tutto tace.
A questo punto, più preoccupati di come i pazienti possano essere "trattati" nell'Azienda Ospedaliera trevigliese che non del nome della medesima, sentiti i genitori della bimba che ancora non hanno avuto spiegazioni sull'accaduto, si rende pubblico il comportamento ingiustificabile tenuto dalla Direzione dell'ospedale che, in spregio ai più elementari obblighi di trasparenza, non sente il dovere civico di rendere conto del proprio operato.
In attesa che siano date spiegazioni a quanto accaduto, siamo pervasi da un sentimento di notevole "perplessità" nei confronti dell'Assessore alla Salute della Regione Lombardia che, pur avendone i poteri e i doveri, non risponde e, soprattutto, non risulta essere intervenuto per fare chiarezza a tutela dei Cittadini.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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