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Il futuro dell'ospedale Papa Giovanni: la lettera della CGIL al direttore de L’Eco di Bergamo

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Caro Direttore,

al suo elenco dei problemi, vecchi e nuovi, che la “Riforma” della sanità lombarda, ora in discussione, non risolve affatto aggiungerei anche il problema della prevenzione, che in tempi di pandemie mi pare di capitale importanza.

L’efficacia del Dipartimento di prevenzione, con una gamba nell’ATS e l’altra nell’ASST, è così largamente compromessa; e poiché di pandemia pare purtroppo che si debba parlare ancora a lungo, sarebbe bene ricomporre in un’unica gestione, a forte valenza tecnico-professionale, l’insieme dell’attività per prevenire e contrastare malattie infettive ed epidemie, oltre che infortuni sul lavoro e rischi derivanti dal degrado ambientale.

Circa la prospettiva di togliere all’ASST Papa Giovanni la gestione della territorialità direi che è una buona proposta, ma a condizione che qualcuno, poi, si occupi davvero della sanità territoriale.

In questi cinque anni si è visto che tutti, non solo il Papa Giovanni, ma anche Seriate e Treviglio, hanno fatto fatica a gestire e coordinare la rete territoriale, con le sue specificità, e forse è il caso di ripensare ad un modello diverso, così come accade in tutte le altre Regioni italiane.

Le dimensioni della struttura ospedaliera del Papa Giovanni, anche con la costruzione della prevista ottava torre, consentono e consentiranno di far fronte non solo alle prestazioni di alta specialità e complessità, ma anche a quelle di media e bassa complessità che, difficilmente sarebbero riassorbili dal resto della rete ospedaliera bergamasca, visto che anche senza pandemia c’erano e ci sono dovunque liste d’attesa per molte ordinarie prestazioni di ricovero.

Un ospedale, quindi, concentrato sulle attività di ricovero e ambulatoriali ad ampio raggio, proprio come oggi; lo status di Azienda Ospedaliera, poi, non sarebbe di alcun ostacolo alla continuità di rapporto col Presidio di San Giovanni Bianco che potrebbe anzi vedere un potenziamento della propria offerta di cure, proprio come richiesto dalla popolazione della Valle che non credo apprezzerebbe un riaccorpamento con Treviglio.

Sulle qualità personali dei manager di sanità pubblica, abbiamo avuto occasione nel corso degli anni, di apprezzare un ampio ventaglio di qualità, molto al di sopra, ma anche molto al di sotto, della media. Se in Regione si decidessero a privilegiare le competenze specifiche invece che la fedeltà politica, qualcosa cambierebbe davvero.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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